giovedì 16 giugno 2011

A chi tocca di nascere non resta poi che morire.

Cosa sei? Un mostro.
Perchè lo sei? Smettila, basta.
Perchè lo sei!? Perchè mi va di esserlo..
Davanti allo specchio si guardava, immobile. Immobile come tutto quello che aveva dentro: pensieri, cuore, respiri. Non aveva niente che si muovesse,che strisciasse sotto la sua bocca.
Lo sguardo morto osservava la lama davanti a se, immobile e fredda. Così, quasi sovrappensiero la prese tra le dita, persino giocherellandoci. Non aveva freddo nonostante fosse morta, piuttosto era avvolta in un torpore surreale dal quale non riusciva a svegliarsi. E questo torpore non si trovava sotto pelle, ma ci era dentro.
Fu un attimo che la lama aveva cominciato a passeggiare sulla sua carne,che non si curava nemmeno di piangere sangue. No, macchè. Ormai nemmeno più il suo corpo le dava retta.
Ah no eh? Allora vediamo chi è più forte. Sei solo un ammasso di cellulle,molte delle quali già morte che non aspettano altro che cascare al suolo,o rimanere attaccate ai vestiti.
La lama,quasi si fosse dimenticata qualcosa alle sue spalle tornò indietro,ripercorrendo il suo percorso,sempre lentamente, sempre con calma. Stavolta però con più tenacia. Il rosso cominciò a uscire,a stillare in piccoli puntini dalla sua carne.
La lama inciampò e cascò in terra,con la sua classica voce metallica.
Finalmente libera da quel torpore.

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