domenica 3 novembre 2013

Non credo che questo blog durerà ancora a lungo.

Non credo che sia stata la cosa giusta, come non l'ho mai creduto ogni volta che ci siamo andati o quando è successo.
Mi basterebbe poco. Un sms, una mail. Un tuo qualsiasi segnale.
Un fottuto contatto, per capire che esisto ancora, che forse da qualche parte esistiamo ancora.
Allora forse una voragine si aprirebbe dentro di me.
Forse sarebbe quella piccola spinta che mi fa cadere dal burrone, dal muro che mi sono creata, forse troppo alto per trovare la forza di lasciarmi andare e di fidarmi a cadere.
Ho bisogno di sapere che anche dall'altra parte del mondo ci sono le tue braccia ad attutire il colpo.
Chissà se lo leggi tutto questo, o se ti sei gia dimenticato.
Ho sfogliato tanti fogli, tante foto. E nonostante tutto questo schifo, non piango quando le vedo, ma sorrido.
Piango quando penso a tutto il tempo che dovrebbe passare per ricominciare a farle quelle cose.
Dove lo trovo un'altro così?
Ti ho trattato male? Forse, scusami.

sabato 2 novembre 2013

Vedo la barra lampeggiare a intermittenza, non so cosa scrivere.
Ho tutto dentro in un groviglio ancestrale di baci e vomito, come fare?
Ogni sfumatura è un cazzotto nello stomaco, una riga indelebile che depenna una a una ogni speranza che le cose tornino apposto.
Ci penso. Ripenso. Mi arrovello, è giusto, è sbagliato, si no, non me lo merito, ne vale la pena, non lo voglio piu vedere, c'è solo lui.
Vorrei spararmi in testa, in testa e non nel cuore, perchè il cuore lo so bene dove vuole andare.
Stavolta devo dare ascolto alla testa, pensare a me che devo essere forte, che tanto queste cose capitano che tanto bla bla stronzate.
La verità è che non so che fare. Faccio le stesse cose di sempre, eppure non so che fare, come fare a fare quello che dovrei fare e che non so.
Aspetto nella speranza di qualcosa, di una prova, di una caparra: "guarda, faccio questo perchè è il massimo che posso fare". Fare l'impossibile, che tanto impossibile non è per dare un'assaggio di quello che c'era. Per poco per qualche ora, al massimo qualche giorno, come prova che non sia diventato solo un ricordo o solo un fantasma. O entrambi. "guarda ci sono, sono qui, per poco, ma ci sono, adesso".
Intanto un pezzo, poi vedremo, piano. Ricomporre un puzzle di cui hai buttato via mezza scatola.
Aspetto qualcosa. Ho sempre fatto tutto io che stavolta no. Stavolta qualcosa me lo merito. Qualcosa, quasi qualsiasi cosa.
E poi mi dico stupida. Povera infantile, sognatrice, innocente stupida. Davvero ci credo? Eh, purtroppo..
Però credo che il tempo sia il sale di tutto, quello che disinfetta, piano, con quel pizzicorio leggero e continuo che intormentisce e poi alla fine non si sente più, si guarda la ferita e si trova solo una cicatrice. La ferita è comunque profonda, tempo per risarcire ne passerà.
Tanto.
Forse mai abbastanza.
Di questa prova ho bisogno.
Ho i polmoni lacerati, vivo del posso ossigeno che mi rimane dentro, lo so che espiro morirò perchè avrò lasciato tutto quello che avevo dentro, che trattenevo con l'animo ferino di sopravvivenza. Se respiro muoio, perchè oltre al mio ultimo fiato non ci sarà piu niente da respirare.
Trattengo i muscoli, la gola brucia, gli occhi, anche.
Serro il diaframma, lo tiro con violenza e prepotenza verso il basso pensando erroneamente di poter controllare il mio corpo, capendo presto che mi sbaglio. Come una coperta troppo corta, se trattengo il respiro gli occhi bruciano, se libero i polmoni muoio.
Tutti credono che sia già morta, ormai., ma non sanno. In silenzio aspetto..
Baciami e dammi quel respiro in più. Presto, che sennò muoio.
Provami che valgo ancora qualcosa.



domenica 4 dicembre 2011

Corpo celeste.

Oggi io e te siamo comete instabili,
Luci intrecciate che fendono oscurità.
Le tue braccia io riscalderò
Finché avrò fiato
Io soffierò via le tue nuvole.
Tra tempeste ed eclissi,
Le galassie e i riflussi,
Tra deserti e ghiacciai
Il mio sole, il mio sole, il mio sole
Sarai.

sabato 3 dicembre 2011

Stavolta non scenderò a compromessi.
O si, o no.
Insieme o da soli.
Sta a te decidere.