sabato 25 giugno 2011

Tanto cuore.

http://vimeo.com/24680188 Questo è il giusto modo per farsi sentire. Questi ragazzi hanno dimostrato tutta la maturità e la potenziale forza che possiamo rappresentare. Servirebbe solo della buona organizzarzione, mentre gli agenti anti sommossa sarebbero solo da mandare ai lavori forzati.

giovedì 16 giugno 2011

Bisogna somigliarsi un po' per comprendersi, ma bisogna essere un po' differenti per amarsi.

L'amore non dorme.



Non male:

Le vecchie abitudini non muoiono mai.

Andate a quel paese, bastardi.
Si, bastardi, tutti quelli che mi hanno sempre detto che il tempo cambia le cose. Sono tutte balle,stronzate. Il tempo non le cambia le cose, per niente! Non cambia le cose, ne le persone, ne tantomeno le idee che le persone hanno. Resta tutto uguale, la base è la stessa.
Non è giusto che debba essere la sola ad andare contro il tempo, l'unica che prova a cambiare, che chiude gli occhi, una, due, tre volte. Poi arriva il giorno che mi stanco di chiuderli e allora le palbebre restaranno abbassate per sempre.
Vincono sempre gli altri.

Atchù! Bless you.

Corro, corro all'impazzata, col fiato che mi graffia la gola e mi strazia i polmoni. Ma corro, ormai senza fiato ma non mi fermo, non c'è alternativa. Anzi, l'alternativa c'è: o correre o morire.
Quindi corro, con le gambe in debito di ossigeno tanto che sembra che i muscoli stiano per strapparsi. Corro verso il baratro che si fa sempre più vicino. I passi si accorciano come i respiri che mi attraversano la gola. Sempre più vicino, fino a che arriva l'ultimo passo,quello che mi stacca da terra.
E ora non corro più, volo. Verso il cemento, l'asfalto duro e freddo, umido, intriso già del mio sangue e delle ossa rotte. Eccomi la frazione di secondo prima dell'impatto.
Simulazione finita, missione fallita.
Mi levo la mascherina e vado a farmi una birra.

6 times.

E' inutile, la gente nasce con del talento. C'è chi suona il pianoforte (ah, da vedere Allevi in concerto), c'è chi suona, chi dipinge, chi sa ascoltare. E c'è chi ha un talento innato nell'amare.
E i talenti non si può far altro che apprezzarli, sapendosi far coinvolgere. Imparando, di nuovo.

Graffiare senza avere le unghie abbastanza lunghe.

Vorrei aprirmi. Cominciare dal naso, proprio nel mezzo alle sopracciglia, poi giù giù fino al collo, in mezzo al petto, al centro del senso, passare sopra l'ombelico e poi duplicare il taglio in modo che entrambe le gambe si aprano. Vorrei uscire da questo vestito di pelle e andare davanti a uno specchio: spellata. Grondante di sangue e con i muscoli vivi e pulsanti. Poi mi rotolerei nel sale per sentire quanto brucia. Quanto brucia la vita, quanto brucia il sangue sporco d'amore e di morte.

Nella Matiz, si cresce.

Ho sempre odiato i baci e le loro poesie,ma stavolta mi hanno sorpreso piacevolmente.

http://www.youtube.com/watch?v=jyKlVpGlras

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte.
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
{Jacques Prevert} 

La cosa più brutta non è stare male, ma essere consapevoli di non stare.

Sono come il fuoco, un fuoco spento. In pratica un ammasso di tizzoni tiepidi sotto una colonna di cenere, e come i tizzoni se si soffia tornano a essere incandescenti. Per far tornare la fiamma bisogna soffiare, soffiare, soffiare fino ad avere i polmoni lacerati. Ma quando si vede la fiamma che resuscita non c'è soddisfazione maggiore.
Le fenici sono figlie del fuoco.

Con le buone maniere si ottiene tutto,ma con le cattive c'è più soddisfazione.

Non ho voglia di scrivere, buonanotte.

Vorrei urlare, ma sono senza voce.

Morta, con cuore che batte per inerzia.
Urlare, con la gola che si graffia dall'aria secca.
Vorrei prendere un pennello, sfiogliare un paio di pagine passate e ridipingerle di bianco ora che tutto ciò le ha fatte diventare sporche. Di cosa?
Non sono una persona triste, ma una persona che ci resta male facilmente.
Il problema è quando sei felice, che credi che non ci sia nulla che ti possa scalfire, quando credi che con la tua esuberanza, la vitalità, con il tuo amore sia tutto possibile.
Quando credi che tu non possa piegarti mai.

E alla fine ti ritrovi quasi spezzata.

<<Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.>>

A chi tocca di nascere non resta poi che morire.

Cosa sei? Un mostro.
Perchè lo sei? Smettila, basta.
Perchè lo sei!? Perchè mi va di esserlo..
Davanti allo specchio si guardava, immobile. Immobile come tutto quello che aveva dentro: pensieri, cuore, respiri. Non aveva niente che si muovesse,che strisciasse sotto la sua bocca.
Lo sguardo morto osservava la lama davanti a se, immobile e fredda. Così, quasi sovrappensiero la prese tra le dita, persino giocherellandoci. Non aveva freddo nonostante fosse morta, piuttosto era avvolta in un torpore surreale dal quale non riusciva a svegliarsi. E questo torpore non si trovava sotto pelle, ma ci era dentro.
Fu un attimo che la lama aveva cominciato a passeggiare sulla sua carne,che non si curava nemmeno di piangere sangue. No, macchè. Ormai nemmeno più il suo corpo le dava retta.
Ah no eh? Allora vediamo chi è più forte. Sei solo un ammasso di cellulle,molte delle quali già morte che non aspettano altro che cascare al suolo,o rimanere attaccate ai vestiti.
La lama,quasi si fosse dimenticata qualcosa alle sue spalle tornò indietro,ripercorrendo il suo percorso,sempre lentamente, sempre con calma. Stavolta però con più tenacia. Il rosso cominciò a uscire,a stillare in piccoli puntini dalla sua carne.
La lama inciampò e cascò in terra,con la sua classica voce metallica.
Finalmente libera da quel torpore.

Ci sono sintonie mentali che oltrepassano qualsiasi orgasmo. [Cit....]

Sentirti urlare?
Come morire, ma credo che la morte sia meno dolorosa. E poi la morte te la aspetti, io delle tue lacrime ne sapevo a malapena l'esistenza.
Forse qualcosa cambia, sicuramente noi siamo rimasti gli stessi.
Le lacrime lavano via il dolore,la polvere; si,si,proprio la polvere che ogni tanto si posa sui sentimentimenti,credendoli spenti. Un pò come la cenere che copre la brace ancora accesa.
Le tue lacrime sono state alcool sulla mia brace.

Amore, è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stessa.

Si consiglia la lettura ascoltando Breaking The Habit dei Linkin Park.
(Lo so, è lungo, se non vi va, leggete l'ultima riga dicendo che l'avete letto)

E' così illogico che tutto mi ricordi te. La mia rabbia da fuoco alle vene,come se al posto del sangue ci fossero schegge di vetro. Troppo stanca per cancellare,ricominciare da capo. Non avrei mai scommesso che te ne saresti andato così. Usata,tradita,e peggio di qualsiasi altra cosa dimenticata da te. Tutto è perfetto per un set della triste scena finale di una storia finita male:camera mia,tutto così improbabilmente in ordine. La luce sul comodino,calda e giallastra,l'unica cosa che sembra provare un sentimento in quella stanza,sebbene fosse solo una lampadina. Un flusso continuo di elettroni che generano una corrente,dei Watt. Qualcosa di concreto. Qualcosa di vero. Guardo fuori dalla finestra a piove,e so che te quella finestra non l'aprirai più. Mi hai pugnalata alle spalle,scappando con tutto quello che ti ho dato. E la cosa crudele è che il mio cuore continua a pulsare più velocemente quando ti penso. Forse per odio,forse per rabbia,sicuramente per amore. Se ci penso è tutto così freddo,così logico da sembrare impossibile. Il cuore batte,grazie a una impercettibile scossa elettrica nel tessuto cardiaco,il sangue esce veloce,viaggia per le arterie,le vene,i capillari del corpo,riscaldandolo,dandogli nutrimento,arriva nei polmoni si ossigena e torna al cuore. Il ciclo continua. Da qualche parte tra vene e sangue però si nascondono quelle emozioni,troppo forti che spreco per te. Troppe per un anima sola. Se ci penso mi viene voglia di vomitare,mi viene voglia di gridare e piangere. Ma la quiete regna sovrana in me,quella quiete,dolce e calma,prima della tempesta. Quella quiete che mi davi quando mi abbracciavi,mi baciavi. Guardo una tua foto,una di quelle che si siamo fatti assieme,prendo il tagliacarte,e lo chiudo nel palmo della mia mano. Chiudo gli occhi,non sento niente mentre faccio scorrere la lama,solo dopo un calore impossibile mi avvolge,e i tuoi occhi di ghiaccio sono coperti dal mio sangue. Ti odio,e questa ne è la dimostrazione. Ti amo,e questa ne è la dimostrazione. Apro il palmo,la pelle tira e pulsa,mi sembra di tenere il cuore in mano da quanto riesco a contare i battiti,frenetici,impazziti. Tengo la mano a mezz'aria,aperta e pigre gocce di sangue cascano sulla scrivania,silenziosamente. Assieme a quel sangue se ne vanno le schegge di vetro,i miei ricordi,i tuoi occhi,il mio odio e il mio amore. La ferita si fredda,rallenta e chiede pietà. E sembra di vederli i globuli bianchi attorno alla ferita,le piastrine che cercano di fermare l'emorragia,ma tutto ciò che trovano è l'acciaio freddo del tagliacarte. Quella lama impassibile e fredda,di ghiaccio,come sei stato te. La trovano una,due,tre volte. Quella chiave di me si fa terribilmente pesante in mano mia e casco,senza forze a terra,avvolta da quella luce premurosa che cerca di nascondere il sangue. Fuori continua a piovere e mi sembra di vederti quando mi baciavi,quando mi tenevi se inciampavo. Adesso sono caduta,e sono sola:io,la luce,il sangue,le piastrine e la pioggia. Ci sono troppe cose da dire,da spiegare. Troppe promesse,forse sincere,ma rotte. Troppe sensazionie pensieri indecifrabili. Riesco a sentire l'odore rugginoso del sangue che mi fa pizzicare la narici. Sono stanca,terribilmente,mi stendo completamente a terra,socchiudo gli occhi. Respiro piano,sorrido. Finalmente ho deciso cosa fare con te e il tuo ricordo:fuggo,nella maniera più vile possibile. E stanotte ho camibiato,stanotte ho dato un taglio alla mia abitudine,ho dato un taglio a te